CHI SIAMO

Edrevia è un’associazione di promozione sociale e territoriale che opera nel parco naturale del Reventino, 

il grande polmone verde al centro della Calabria, da sempre custode di un incantevole patrimonio floro-faunistico, affascinante e misterioso anfiteatro che si affaccia sul mar Tirreno.

Edrevia è un progetto di appartenenza, identità, cultura e amore per il territorio, un impegno che diventa piacere con l’obiettivo di favorire le attività outdoor come esperienza di socializzazione e condivisione. 

Il desiderio di scoprire e raccontare i piccoli mondi naturali e umani che si incontrano da millenni in Calabria, offrendo esperienze di scoperta e conoscenza. La voglia di accogliere sguardi nuovi sul territorio, coinvolgendo esperti, artisti, scienziati e studiosi che possano offrire punti di vista diversi e occasioni di confronto tra il nostro e altri luoghi.

Edrevia rappresenta anche la volontà di coinvolgere le comunità locali e renderle protagoniste del racconto dei paesi che vivono e custodiscono da generazioni per migliorarne le possibilità di fruizione, in equilibrio con la tutela del paesaggio e dei suoi abitanti.

La visione è quella di creare una possibilità per alimentare nuovi processi formativi di relazione tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda.

Il territorio del Reventino incarna un mondo che ama raccontarsi senza filtri. Dalla montagna al mare un viaggio di scoperta nella Calabria più intima, solitaria e schiva che riserva sorprese dietro ogni angolo. Il turismo di massa che tutto consuma e stravolge qui non è mai arrivato: valli, montagne e antiche pietre sembrano voltare le spalle al mare che da qui è un grande fondale azzurro e infinito. Le rughe di questa Calabria non hanno bisogno di lifting per mostrarla diversa da quella che è, vale a dire un pezzo di mondo destinato a viaggiatori in cerca di autenticità. In posizione pressoché baricentrica tra i mari Ionio e Tirreno, Edrevia penetra in un mondo fatto di silenzi silani dove il respiro del vento narra vicende e storie di un paesaggio umano che genera nel viaggiatore lo stesso spirito del Grand Tour: “il desiderio di esplorare e scoprire luoghi sconosciuti per allargare le proprie conoscenze e imparare a vivere.

Un territorio da ascoltare. A piedi o in bike, senza barriere col mondo esterno, si ha la possibilità di fare esperienze uniche con le persone, uno dei valori più importanti di questo territorio. 

I paesi di questa Calabria profumano di casa, aprono le porte e i cuori. Le piazze, i vicoli, le fontane segnano tappe imprescindibili, luoghi d’incontro che alla fine costituiranno l’architettura “umana” di un viaggio e di un’esperienza che getta un ponte tra passato e futuro.  Le cime e le vallate si aggrovigliano tra le pieghe di una terra accartocciata, scolpita dalle acque, adorata dal sole e dalle nuvole che decollano dai due mari, purificata da venti che urlano o sussurrano nei segreti di immense foreste.  Un tempo non troppo lontano questa territorio è stato l’inizio di una via di fuga verso i sogni di una vita migliore, lungo una rotta intrisa di sogni, tristezze e malinconie. Oggi è una voce che richiama i suoi figli per riportarli nella ricca semplicità di una vita sana. Una porta che si apre verso una Calabria che accoglie i viaggiatori, in cerca di storie vere, quelle che vanno molto più lontano dell’immaginario collettivo.

L’ORIGINE DEL NOME

L’associazione prende il suo nome dalla comunità immaginaria descritta da Stefano Mancuso nel romanzo La tribù degli alberi

i cui protagonisti, gli alberi, dialogano tra loro, cantano, scelgono, parlano, persino immagazzinano il sapere in una gigantesca biblioteca-labirinto sotterranea. Un mondo idilliaco fondato sulla reciprocità e sull’equilibrio che ha come unico obiettivo il funzionamento autentico della società.

Questa storia rappresenta una presa di coscienza sulla partecipazione e sulla responsabilità individuale per un fine comune. Impegnarsi per garantire la sopravvivenza dei compagni e il benessere della comunità ci aiuta a capire come in un clan l’armonia viene dallo scambio reciproco, dal dono del proprio tempo, dall’impegno che ciascuno impiega per far fiorire la propria Edrevia.

Il grande polmone verde al centro della Calabria, da sempre custode di un incantevole patrimonio floro-faunistico, affascinante e misterioso anfiteatro che si affaccia sul mar Tirreno.

Edrevia è un progetto di appartenenza, identità, cultura e amore per il territorio, un impegno che diventa piacere con l’obiettivo di favorire le attività outdoor come esperienza di socializzazione e condivisione. 

Il desiderio di scoprire e raccontare i piccoli mondi naturali e umani che si incontrano da millenni in Calabria, offrendo esperienze di scoperta e conoscenza. La voglia di accogliere sguardi nuovi sul territorio, coinvolgendo esperti, artisti, scienziati e studiosi che possano offrire punti di vista diversi e occasioni di confronto tra il nostro e altri luoghi.

COSA FACCIAMO

Tour guidati, viaggi di prossimità, cicloturismo, trekking a piedi,

valorizzazione e tutela delle aree di alto valore naturalistico e culturale, promozione dell’artigianato locale, dei costumi, della cultura e degli stili di vita, delle tradizioni. Intendiamo stimolare il viaggiare consapevole e informato salvaguardando e valorizzando l’ambiente e le risorse naturali. Organizziamo attività culturali, incontri esplicativi, attività guidate, seminari con un occhio attento alle nuove generazioni, alle scuole. Vogliamo condividere esperienze e buone pratiche per costruire relazioni sociali durature, per emozionarci, per continuare a provare ancora sentimenti puri.

I NOSTRI VALORI

Amicizia, tempo, condivisione, accoglienza, svago, autenticità, libertà, passione, rispetto, tenacia, determinazione, tradizione, socialità.

Sono questi i valori che ispirano Edrevia e i suoi protagonisti, con la voglia di condividere emozioni, di vivere esperienze autentiche, di concepire l’incontro come patrimonio di un’umanità attenta.

TEMPO

Chi viaggia con lentezza è padrone del proprio tempo.E’ libero di camminare senza fretta e di fermarsi quando lo desidera, per riposarsi, per ammirare il paesaggio, per scambiare due chiacchiere con un anziano incontrato sulla via.
Il viandante sa staccare la spina per dedicare tempo a sé stesso o ai compagni di viaggio, per riflettere su una decisione importante, per affrontare un momento difficile.

CONDIVISIONE

Chi viaggia con lentezza investe sulle relazioni umane, e si sente parte di una comunità con cui condivide i valori fondamentali. Il cammino abbatte le barriere e accorcia le distanze tra le persone, facilita l’incontro e l’inclusione.

SOSTENIBILITA’

Il viaggiatore lento vive in armonia con la natura, ne comprende la profonda bellezza, se ne prende cura. Ama i cibi sani e i sapori genuini, vuole mangiare la sera i prodotti dei campi attraversati durante il giorno.

CULTURA

Il viaggio è maestro di vita. Il viandante attinge saperi dalle comunità locali, fa tesoro di ogni incontro, lungo il cammino allarga i suoi orizzonti, e impara a leggere la complessità del mondo.

LAVORO

Dietro ogni cammino c’è molto lavoro, il lavoro di chi lo ha progettato, il lavoro di chi lo tiene pulito e segnato, e soprattutto il lavoro di chi accoglie.
Il viandante rispetta il lavoro e lo ripaga adeguatamente.

CAMBIAMENTO

Il viaggio lento cambia il viaggiatore, che non sarà più quello di prima. Passo dopo passo il viandante mette ordine dentro di sé. I cattivi pensieri lasciano gradualmente il posto alle buone idee, il cambiamento si fa strada dentro di lui.

ACCOGLIENZA

Chi viaggia a piedi ama l’accoglienza semplice e autentica. Un sorriso al proprio arrivo, l’offerta di un bicchiere d’acqua fresca alla fine di una giornata di cammino sono i lussi del viandante.
In un mondo in cui si ergono muri, chi viaggia con lentezza sa apprezzare il valore dell’accoglienza.

AUTENTICITA’

Il viandante getta la maschera che indossa nella vita di tutti i giorni, abbassa le difese, viaggia senza pelle. Ogni giorno si misura con i propri limiti, e si avvicina all’essenza.
Il viaggio lento ristabilisce un rapporto autentico con le persone, con il territorio, con la natura, con sé stessi.

SOBRIETA’

Il viandante viaggia leggero, e passo dopo passo impara a liberarsi degli inutili fardelli che appesantiscono la quotidianità. Viaggiando con lentezza impara la frugalità.

INCLUSIONE

Il viandante è vulnerabile, spesso ha bisogno di aiuto ed altrettanto spesso è pronto ad aiutare, in modo gratuito e disinteressato.
Il viandante sa viaggiare al passo del più lento, è attento ai bisogni dei più deboli, degli anziani, di chi ha problemi fisici o mentali.

EMOZIONE

Il turista osserva il paesaggio, usando soprattutto un senso: la vista. Il viandante si immerge nel paesaggio, usando tutti e cinque i sensi.
E così si emoziona per un tramonto o per uno sguardo, per un profumo o per un sorso d’acqua fresca, per la morbidezza del muschio su una pietra, per il cinguettio di un uccello, e ancora di più per il silenzio.
Il viandante vive intensamente ogni singolo istante, con semplicità.

CONSAPEVOLEZZA

Chi viaggia con lentezza cambia il proprio sguardo, indugia su particolari che sfuggono nella vita di tutti i giorni, si integra nel paesaggio fino a diventarne una parte. Comprende le persone e le comunità, perché attraversa il territorio alla giusta velocità, con rispetto e attenzione. Scopre la bellezza nascosta lungo la via, trova l’incanto dietro l’angolo di casa. Il viandante non bada alla meta ma ad ogni singolo passo compiuto per raggiungerla.
Quando finalmente la raggiunge dopo tanta fatica, anche la meta assume un significato diverso.

TEMPO

Chi viaggia con lentezza è padrone del proprio tempo.

E’ libero di camminare senza fretta e di fermarsi quando lo desidera, per riposarsi, per ammirare il paesaggio, per scambiare due chiacchiere con un anziano incontrato sulla via.

Il viandante sa staccare la spina per dedicare tempo a sé stesso o ai compagni di viaggio, per riflettere su una decisione importante, per affrontare un momento difficile.

SOSTENIBILITÀ

Il viaggiatore lento vive in armonia con la natura, ne comprende la profonda bellezza, se ne prende cura.

Ama i cibi sani e i sapori genuini, vuole mangiare la sera i prodotti dei campi attraversati durante il giorno.

LAVORO

Dietro ogni cammino c’è molto lavoro, il lavoro di chi lo ha progettato, il lavoro di chi lo tiene pulito e segnato, e soprattutto il lavoro di chi accoglie.

Il viandante rispetta il lavoro e lo ripaga adeguatamente.

CONDIVISIONE

Chi viaggia con lentezza investe sulle relazioni umane, e si sente parte di una comunità con cui condivide i valori fondamentali.

Il cammino abbatte le barriere e accorcia le distanze tra le persone, facilita l’incontro e l’inclusione.

SOBRIETÀ

Il viandante viaggia leggero, e passo dopo passo impara a liberarsi degli inutili fardelli che appesantiscono la quotidianità.

Viaggiando con lentezza impara la frugalità.

EMOZIONE

Il turista osserva il paesaggio, usando soprattutto un senso: la vista. Il viandante si immerge nel paesaggio, usando tutti e cinque i sensi.

E così si emoziona per un tramonto o per uno sguardo, per un profumo o per un sorso d’acqua fresca, per la morbidezza del muschio su una pietra, per il cinguettio di un uccello, e ancora di più per il silenzio.

Il viandante vive intensamente ogni singolo istante, con semplicità.

ACCOGLIENZA

Chi viaggia a piedi ama l’accoglienza semplice e autentica.

Un sorriso al proprio arrivo, l’offerta di un bicchiere d’acqua fresca alla fine di una giornata di cammino sono i lussi del viandante.

In un mondo in cui si ergono muri, chi viaggia con lentezza sa apprezzare il valore dell’accoglienza.

INCLUSIONE

Il viandante è vulnerabile, spesso ha bisogno di aiuto ed altrettanto spesso è pronto ad aiutare, in modo gratuito e disinteressato.

Il viandante sa viaggiare al passo del più lento, è attento ai bisogni dei più deboli, degli anziani, di chi ha problemi fisici o mentali.

CAMBIAMENTO

Il viaggio lento cambia il viaggiatore, che non sarà più quello di prima.

Passo dopo passo il viandante mette ordine dentro di sé.

I cattivi pensieri lasciano gradualmente il posto alle buone idee, il cambiamento si fa strada dentro di lui.

AUTENTICITÀ

Il viandante getta la maschera che indossa nella vita di tutti i giorni, abbassa le difese, viaggia senza pelle.

Ogni giorno si misura con i propri limiti, e si avvicina all’essenza.

Il viaggio lento ristabilisce un rapporto autentico con le persone, con il territorio, con la natura, con sé stessi.

CONSAPEVOLEZZA

Chi viaggia con lentezza cambia il proprio sguardo, indugia su particolari che sfuggono nella vita di tutti i giorni, si integra nel paesaggio fino a diventarne una parte.

Comprende le persone e le comunità, perché attraversa il territorio alla giusta velocità, con rispetto e attenzione. Scopre la bellezza nascosta lungo la via, trova l’incanto dietro l’angolo di casa.

Il viandante non bada alla meta ma ad ogni singolo passo compiuto per raggiungerla.

CULTURA

Il viaggio è maestro di vita.

Il viandante attinge saperi dalle comunità locali, fa tesoro di ogni incontro, lungo il cammino allarga i suoi orizzonti, e impara a leggere la complessità del mondo.

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