La calabria di Kuno Raeber è una terra dai tratti ancora mitici, arcaici che un linguaggio essenziale, a tratti surreale, riporta alla luce, evidenzia, rende trasparenti. Raeber è però, quando vuole, anche un attento osservatore della realtà sociale. Le sue pagine ci conservano gli umori della provincia di un tempo, i suoi tempi lenti, i suoi riti sociali, i suoi tabù, il suo vagheggiare inconcludente un modello di civiltà che non le appartiene, la sua morale sessuale ingessata e un quotidiano dai risvolti inquietanti con una criminalità che è già qualcosa di più di una minaccia ipotetica. E poi il paesaggio: ora, montagna aspra, mare agitato pietrificato; ora, marina classica, orgia di sole che evoca gli dèi della grecia.