In equilibrio tra passato e futuro: la forza delle comunità nella “Slow life”.
La Calabria che vogliamo è la Calabria delle radici, salde e solide, forti e capaci di rigenerare comunità in declino. La Calabria protagonista di una nuova narrazione che si manifesta nella capacità dei calabresi di rinnovarsi e rivelare tutta la forza nascosta di un popolo orgoglioso e tenace. La Calabria che trova la propria sostanza nelle ricche montagne e nelle strette valli che per secoli furono rifugio e crogiolo di valori e identità.
La montagna, per noi calabresi, è più di un ambiente fisico; è un contesto che dà vita a un senso profondo di appartenenza e identità. Il paesaggio montano, con la sua topografia irregolare e le valli isolate, contribuisce a definire il carattere unico di ogni comunità e dei suoi abitanti che, frutto radicato e scolpito nelle rocce, negli alberi e nelle pietre di ogni singolo edificio, tramandano tradizioni, sentimenti, attività e norme condivise da generazione in generazione. Questo senso dei luoghi, così carico di esperienze e connessioni intime, crea fondamenta solide per la coesione sociale e la rinascita culturale.
Questi luoghi sono custodi di una storia millenaria, di tradizioni attecchite in un terreno aspro e di una cultura locale vibrante, autentica e sono l’epicentro di un legame profondo e indissolubile tra i cittadini e il proprio territorio.
Come scriveva il poeta John Muir, <<And into the mountains I go, to lose my mind and find my soul>> (E tra le montagne io vado, per perdere la mente e trovare l’anima), la relazione con il territorio va oltre il semplice concetto di casa, di appartenenza; è un rapporto spirituale, con la natura, con la terra, con le storie trasmesse e rinnovate, con i fatti dei nostri antenati incisi, come vene di un corpo vivo, nelle pietre e nei boschi che ancora noi oggi attraversiamo, godiamo, viviamo.
In un’epoca fragile, dominata da individualismo, “atomizzata” e distratta, Vito Teti ci racconta della capacità di coloro che scelgono di restare nelle comunità di appartenenza e affrontano sfide sempre più provanti e gravose. Tuttavia, seppur la “restanza” è testimone di fatiche e rinunce, allo stesso tempo si traduce, come filigrana, in passione e amore.
Così la comunità riscopre, nel lento attraversare la quotidianità del tempo, relazioni, partecipazione e ascolto e rinnova saperi ereditabili.
Edrevia, fin dal principio, si è fatta promotrice di nuovi legami tra persone, con la natura come sfondo, sempre attenta alla voce di chi ama condividere tempo e passione. Ci siamo dati come obiettivi quelli di rafforzare il senso di comunità, incentivare la partecipazione, recuperare rapporti autentici nei nostri paesi.
Il legame profondo di chi abita e vive il proprio territorio, la passione di coloro che rimangono e cercano di rinnovarsi, la pratica della slow life sono elementi chiave per mantenere vivi questi luoghi. Paolo Cognetti nel suo capolavoro intitolato Le otto montagne scrive <<Ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene.>>, Come molte altre associazioni nate da quest’humus culturale che permea e pervade la Calabria, anche noi vogliamo scoprire questa essenza, riportarla in superficie per creare una ricchezza che vada ben oltre i confini del materiale e si estenda fino alle profondità dell’anima umana.
Sono convinto che il lavoro che ci aspetta è sì di valorizzazione del territorio ma, ancor più, di costruzione di veri e profondi legami sociali. È giunto il tempo di riconoscere il valore delle comunità locali e di impegnarsi per proteggerle, preservarle e rinnovarle per le generazioni future.
di Antonio Mancuso